È uscito ormai da un paio di settimane l’oggetto che rivoluzionerà per primo il terzo millennio. Un articolo prodotto da una nota società d’informatica et similia, qual è la Apple. Un pezzo originale, sconvolgente, versatile e esteticamente attraente. Si tratta di un ibrido creato dalla fusione di un personal computer e di un cellulare, che dimostra come la Apple stia aggiornando i suoi metodi per superare Microsoft, la società di Bill Gates. Oltre alle questioni di interesse che derivano dalla creazione di questo strabiliante oggetto, penso che si tratti del prodotto più all’avanguardia di quelli finora conosciuti. L’iPad è pura tecnologia; e ciò va ad aumentare l’enorme parabola esponenziale dei progressi tecnologici compiuti fino ad oggi. La tecnologia si è ampliata e ha sviluppato nuovi software, nuove dotazioni e sempre più piccoli microchip, fino ad arrivare alle dimensioni di qualche centesimo di millimetro.
Facciamo un passo indietro, più precisamente ad una trentina di anni fa, quando Bill Gates e Paul Allen, fondatori della Microsoft, andarono da un ingegnere, inventore del primo personal computer – che allora non faceva praticamente nulla, se non accendere delle lucine – a proporgli un linguaggio a caratteri comprato a una società di Seattle che consentiva di “parlare” al computer per imporgli dei comandi. Da allora, in meno di un quarto di secolo, la crescita e lo sviluppo della tecnologia sono stati inesorabili. Per milioni e milioni di anni la linea dei progressi dell’uomo in campo tecnologico è andata in senso pressoché orizzontale; ora ha un andamento quasi verticale.
La gente dell’epoca (1980-90) aveva già visto l’entrata in scena della televisione a colori e si preparava ad ammirare quella del computer. Al tempo si lottava con le dimensioni fisiche dei pezzi informatici e con lo spazio ingombrato dalle memorie di massa: basti pensare che il primo pc era grande circa quanto una palestra di scuola del giorno d’oggi e, se si trattava di società di sviluppo delle applicazioni, anche di più. Oggigiorno quello spazio, che potevano essere decine di megabyte, può essere contenuto in una memoria di massa fisicamente molto piccola, lunga al massimo cinque o sei centimetri, e che si può collegare ed utilizzare in qualsiasi pc perché viene riconosciuta automaticamente.
Naturalmente, non soltanto Microsoft ed Apple hanno partecipato a questo “increasing” della tecnologia. Insieme a loro, società che magari non sono conosciute – Commodore, IBM o Sinclair solo per citarne alcune – hanno sviluppato altri elementi: schede grafiche, hard disk sempre più piccoli o processori sempre più potenti. In quella che possiamo definire “antichità” o “preistoria della tecnologia”, i pixel – che determinano la risoluzione di uno schermo, ossia la qualità delle immagini – erano enormi. Ovviamente, più sono i pixel, più la qualità dei fotogrammi è alta. Un personal computer del ’95 aveva 800 x 600 pixel come massima risoluzione, mentre in uno di oggi la risoluzione di 1024 x 768 non rappresenta che una grafica intermedia.
Altro fattore che ha favorito lo sviluppo è stata la possibilità di poter trasmettere milioni e milioni di dati attraverso dei fili. Ciò ha scatenato una reazione simile a quella del big bang: la creazione di Internet. Esso nasceva come Arpanet, software progettato per la sicurezza militare degli Stati Uniti d’America. Nel 1991, con una legge statunitense, viene concessa la possibilità di ampliare questa conoscenza prettamente scientifica in ambito pubblico. Da allora una serie di piccoli siti cominciarono ad allargare una già grande rete destinata a collegare milioni di milioni di computer e di reti in tutto il mondo, tanto da essere definita la “rete della reti”. E così, dall’inizio in cui per connettersi col mondo era necessario un modem gigante, adesso basta un piccolo oggetto simile ad una memoria di massa portatile.
Certo, qualcuno potrà pensare che questo eccessivo sviluppo potrebbe portare alla distruzione. Non per niente Einstein diceva: “Non so con cosa si combatterà la terza guerra mondiale, ma la quarta sicuramente con pietre e bastoni”, ma ciò non significa che la tecnologia non sia utile. È utile per scrivere libri, per creare video, per sviluppare applicazioni e divertimenti… L’iPad è solo un passaggio intermedio che, tra qualche anno, passerà di moda per cedere il suo posto a qualcos’altro, magari ad un computer olografico o a qualche diavoleria elettronica che neanche il più famoso regista di film fantascientifici potrà prevedere.